Proviamo a dare una scossa.

Nello scorso mese di dicembre mi sono occupato di alcuni argomenti che hanno destato particolare interesse, a tal proposito desidero ringraziare i tantissimi che hanno visitato questo spazio. Uno degli argomenti trattati riguardava l’analisi sullo stato del movimento ciclistico Italiano e diversi lettori mi hanno chiesto delle proposte, pertanto con questo articolo provo ad affrontare il tema con alcune idee sul come uscire dalla stagnazione in cui versa il movimento nel suo complesso. Il 12 dicembre con “MOVIMENTO ITALIANO, COME STIAMO?” ho cercato di dare una mia personale lettura dell’attuale stato di salute, non serviva certamente il sottoscritto per spiegarla, è obiettivamente sotto gli occhi di tutti. Le cose da fare sono tante a tutti i livelli, mi soffermo su uno in particolare che riguarda l’attività di vertice, la categoria Under 23 e quella “strana” degli “Elite senza contratto”. Da anni soffriamo maledettamente, crisi di risultati e d’identità, dopo decenni di dominio assoluto i nostri ragazzi quando hanno l’opportunità di affacciarsi su palcoscenici internazionali provano quanto sia spesso impietoso il confronto. Il ciclismo giovanile mondiale ha da tempo modificato la propria organizzazione, il nostro movimento nazionale mantiene invece lo stesso modello, con scarsa attenzione alla crescita ed allo sviluppo dei talenti, guardando spesso al solo accumulo di vittorie. Sorvolando sulla organizzazione tecnica e la scarsa confidenza con la multidisciplinarietà che già di per se è un grosso limite per i nostri giovani, desidero soffermarmi sul calendario agonistico nazionale, in grande sofferenza così come quello dei colleghi della categoria maggiore. L’appuntamento che in passato fece conoscere al grande pubblico tanti giovani interessanti, da diverse stagioni è stato abbandonato per problemi economici, si tratta del Giro d’Italia dei Dilettanti. Mi piace continuare a chiamarlo cosi, non mi è mai piaciuta la formula Giro Bio, a mio avviso puro marketing di basso profilo oltretutto dannoso per il movimento stesso, utile a far confluire fondi pubblici allo scopo di raccogliere dati per una fondamentale ricerca sulla “Tutela Sanitaria del Ciclismo”, utilizzandoli per dimostrare cose conosciute e consolidate da tempo. Diamo atto a chi sposò la causa di aver fatto bene a farlo, da che mondo è mondo i soldi si vanno a prendere dove ci sono, quando sono finiti purtroppo non si è stati capaci e bravi a trovare altre strade, tutto crollò inesorabilmente e di Bio rimasero i debiti che chi assunse con passione l’impegno organizzativo si ritrova a pagare, abbandonato al proprio (Bio) destino.
Da tempo mi frulla in testa un’idea che mi piace sempre più, ritornare alla formula del Giro Dilettanti in concomitanza con il Giro dei Professionisti nelle ultime 8/10 tappe. Stesse sedi d’arrivo, modificando dove necessario la sede di partenza. Lo si faceva a fine anni 80 e nei primi anni 90, necessario un progetto capace di stimolare RCS a sposare la causa, anche nel suo stesso interesse a mio avviso. Una società organizzatrice dello spessore di RCS ha il dovere di pensare al futuro del proprio “core business”, e questo potrebbe essere un modo intelligente e costruttivo per farlo. Riproporre il Giro Dilettanti in concomitanza con il Giro dei Professionisti significherebbe dare al movimento giovanile una visibilità ed un seguito senza eguali, proporre un confronto internazionale utilissimo alla crescita dei giovani. Dal punto di vista organizzativo ci si preoccuperà di garantire sistemazione logistica alla carovana del “piccolo Giro” ed a siglare accordi economici con le specifiche sedi di partenza. Prefetture già allertate dal passaggio del Giro dei grandi, percorsi già in sicurezza, riflettori già accesi sul grande evento di cui godrebbe anche quello minore, presenza mediatica delle grandi occasioni, copertura televisiva già presente, il palinsesto verrebbe arricchito anche con l’evento dilettantistico, ed al movimento si farebbe un gran bene. Quando il Giro Dilettanti si svolgeva in concomitanza con il Giro dei Professionisti era organizzato per rappresentative regionali e rappresentative nazionali straniere, probabilmente non avrebbe più senso riproporlo in questo modo, necessario ripensare il tutto, ma la strada sono convinto potrebbe essere quella giusta.
Per dare una scossa al Paese il Governo Italiano ed il CONI hanno condiviso l’ambizioso e suggestivo progetto dei Giochi Olimpici 2024, pensate possa far paura un progetto come questo per provare a dare una scossa al movimento ciclistico Italiano? Credo di no, io intanto mi sono divertito a preparare il percorso del Virtuale Giro D’d’Italia Under (26?) 2015:

1 tappa 21 maggio Voghera-Vicenza (Monte Berico) 135 km
2 tappa 22 maggio Montecchio-Jesolo 153 km
3 tappa 23 maggio Pieve di Soligo-Valdobbiadene 16 km cronometro
4 tappa 24 maggio Trento- Madonna di Campiglio 80 km
25 maggio Riposo
5 tappa 26 maggio Edolo-Aprica 90 km
6 tappa 27 maggio Tirano-Lugano 136 km
7 tappa 28 maggio Arona-Verbania 102 km
8 tappa 29 maggio S. Vincent-Cervinia 106 km
9 tappa 30 maggio Venaria Reale-Sestriere 102 km
10 tappa 31 maggio Milano-Milano (10 giri circuito) 64 km

TOT. 10 Tappe / 984 Km / media per tappa 98,4 Km.

Silvio Martinello

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