IO TIFO PER DAVIDE E PER IL CICLISMO ITALIANO

Sui mezzi di informazione sportivi che dedicano spazio anche al ciclismo, nei giorni scorsi è stata pubblicata la notizia che all’amico Davide Cassani, neo CT della Nazionale Professionistica, è stato affidata la responsabilità del coordinamento di tutte le Squadre Nazionali, anche giovanili, e da quel che ho capito, perché dalla FCI le informazioni escono spesso lacunose o nebulose, anche dei settori crono pista e fuoristrada.

Davide mi aveva parlato qualche tempo fa di questa sua volontà, con lo scopo di far lavorare ogni settore con concetti tecnici lineari e condivisi. Espressi tutta la mia approvazione, la ritengo da sempre l’unica via da seguire affinché il ciclismo italiano ritorni ad essere competitivo a livello internazionale. Tuttavia non ho potuto esimermi dal raccontargli la mia esperienza in FCI, che fondava dal punto di vista tecnico proprio sui concetti basilari che lui sta riportando all’attenzione generale. Da lui ho imparato moltissimo come opinionista e commentatore tecnico, su questo campo specifico mi sono permesso di dargli qualche consiglio considerato che l’esperienza che sta vivendo lui fa già parte del mio bagaglio personale.  Non tutti ricorderanno, ma nel 2005 un ragazzo che aveva smesso di correre da circa 24 mesi, ricco di buoni propositi, di entusiasmo, un pizzico di competenza e poca esperienza, su preciso incarico ricevuto presentò al Consiglio Federale di allora un progetto di ristrutturazione tecnica che riguardava sia l’attività di vertice sia l’attività di base. Ci vollero mesi perché il progetto fosse approvato, ma alla fine passò integralmente. Il Progetto portava il mio nome, poi la FCI ha pensato bene di modificarne la paternità per opportuna convenienza, ma la sostanza non cambia. Per chi non lo conoscesse ed avesse voglia di leggerlo, lo trovate all’articolo precedente di questo blog https://smartinello.wordpress.com/2014/12/19/84/

Scoprendolo capirete che quanto Davide sta cercando di portare avanti, fa già parte delle direttive tecniche della FCI, da circa dieci anni, tra l’altro FCI guidata dallo stesso Presidente che quel progetto sventolò a destra e a manca e che fondi specifici ricevette dal CONI.

Come detto a Davide, io mi auguro vivamente che lui abbia più successo del sottoscritto, anzi sono certo  lo avrà, ma l’ho messo in guardia su alcune delle cause che non lo consentirono allora. Velocemente le analizzo insieme a voi, magari a qualcuno potrà interessare intavolare una discussione costruttiva.

Ho raccomandato a Davide che prima di tutto è necessaria la reale e concreta volontà politica di cambiare le cose. Quanto proponevo con il mio progetto, e quanto propone Davide con il suo, sono vere e proprie “rivoluzioni” tecniche, che vanno a sradicare metodi che per decenni sono stati anche vincenti, ora invece irrimediabilmente superati dai radicali cambiamenti che l’organizzazione sportiva ha subito negli ultimi 20 anni. A lui sembra di averlo questo appoggio politico, gli ho spiegato che anche a me sembrava di averlo, mettendolo in guardia!!!!

Altro aspetto fondamentale intervenire sulle strutture tecniche locali. Il reclutamento avviene li.  A livello territoriale i problemi però sono molteplici, ma ne esiste uno primario. Spesso ci si va a scontrare con Presidenti Regionali che vogliono mantenere il controllo totale sul movimento locale, anche sugli aspetti tecnici per mezzo dei responsabili da loro stessi nominati, e per farlo sono disposti a tutto, anche non condividere le direttive nazionali, facendo leva sulla loro autonomia. Può sembrare un problema marginale, ma si rivelerà invece insuperabile. Pressioni inizieranno ad arrivare livello politico nazionale, a cascata generando pressione affinché i tecnici nazionali “aggiustino” il tiro e facciano attenzione agli aspetti riguardanti il consenso che è necessario avere per continuare a lavorare con efficacia. Nel momento in cui si cede a questo genere di strumentalizzazioni  il sistema inizia ad imbarcare acqua ed inevitabilmente si inizia ad imboccare la via del fallimento. La tecnica che da decenni regna, è quella di creare problemi e discussioni affinché nonostante il rumore ed i proclami, tutto rimanga come prima. Nel nostro strano Paese non solo nel mondo dello sport ci si imbatte quotidianamente in questo problema. Riformare significa anche modificare radicalmente, e le riforme spesso tendono a spazzare via chi e cosa c’è stato fino ad un attimo prima. C’è un prezzo da pagare, e se si vuole riformare bisogna essere pronti a pagarlo, e politicamente tutto ciò è scomodissimo ed a volte costosissimo.

Ultimo aspetto delicatissimo,  scegliersi  collaboratori fidatissimi, che condividano gli obiettivi e le strategie, e vigilare costantemente sul loro operato. I collaboratori tecnici, da quando esiste la Federazione, sono spesso il braccio armato delle correnti politiche, e se nel frattempo in seno alla struttura cresce e si sviluppa una linea trasversale e non più allineata alle direttive ed agli obiettivi, il fallimento è praticamente assicurato.

A Davide ho detto queste cose, con molta franchezza l’ho esortato a non sottovalutare le strane logiche federali. L’entusiasmo che lo pervade è contagioso, la sua competenza e professionalità sono garanzia assoluta. Gli auguro  di avere la forza e la determinazione che ho avuto io, ma anche quell’abilità “politica” che a me è mancata, e che di fronte alle immancabili difficoltà ed alla palese mancanza di conoscenza specifica di tanti interlocutori con cui dovrà interagire, non cada nella forte tentazione di mandare tutto all’aria.
In quel caso con il profilo professionale di cui dispone troverà in un baleno progetti interessanti a cui dedicarsi, ma il nostro movimento perderà l’ennesima occasione per tentare di risollevarsi.
Non so come la pensiate voi, ma secondo me non ce lo possiamo permettere.

Silvio Martinello

5 pensieri su “IO TIFO PER DAVIDE E PER IL CICLISMO ITALIANO

  1. Silvio tu pensi e ritieni che dopo quanto hai scritto questo progetto avanzerà?
    O succederà come nella storia di quel tipo che per fare un dispetto alla moglie: zac …..!
    Mi auguro per il bene del cilismo e di Davide che prosegua, ma ……….

  2. Caro Silvio, hai messo il dito nella piaga del doping. Ovvero una situazione che par far comodo, per non dire piacere, a chi dirige l’orchestra. A quei personaggi che quando si incontrano fanno a gara dicendo: nel mio sport non passa nemmeno una zanzara che io non sappia. Infatti ci guardiamo attorno e vediamo come sta andando il movimento ciclistico!! BRAVO————-colgo l’occasione AUGURI per un 2015 di SALUTE-SUCCESSI E SODDISFAZIONI- Ciao Ronk

  3. se son più di 10 anni che ci si prova non mollate .. chissà che gli entrano nella testa le vostre ottime proposte … GRAZIE E AUGURI , SIAMO TUTTI CON VOI ……

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