Proviamo a dare una scossa.

Nello scorso mese di dicembre mi sono occupato di alcuni argomenti che hanno destato particolare interesse, a tal proposito desidero ringraziare i tantissimi che hanno visitato questo spazio. Uno degli argomenti trattati riguardava l’analisi sullo stato del movimento ciclistico Italiano e diversi lettori mi hanno chiesto delle proposte, pertanto con questo articolo provo ad affrontare il tema con alcune idee sul come uscire dalla stagnazione in cui versa il movimento nel suo complesso. Il 12 dicembre con “MOVIMENTO ITALIANO, COME STIAMO?” ho cercato di dare una mia personale lettura dell’attuale stato di salute, non serviva certamente il sottoscritto per spiegarla, è obiettivamente sotto gli occhi di tutti. Le cose da fare sono tante a tutti i livelli, mi soffermo su uno in particolare che riguarda l’attività di vertice, la categoria Under 23 e quella “strana” degli “Elite senza contratto”. Da anni soffriamo maledettamente, crisi di risultati e d’identità, dopo decenni di dominio assoluto i nostri ragazzi quando hanno l’opportunità di affacciarsi su palcoscenici internazionali provano quanto sia spesso impietoso il confronto. Il ciclismo giovanile mondiale ha da tempo modificato la propria organizzazione, il nostro movimento nazionale mantiene invece lo stesso modello, con scarsa attenzione alla crescita ed allo sviluppo dei talenti, guardando spesso al solo accumulo di vittorie. Sorvolando sulla organizzazione tecnica e la scarsa confidenza con la multidisciplinarietà che già di per se è un grosso limite per i nostri giovani, desidero soffermarmi sul calendario agonistico nazionale, in grande sofferenza così come quello dei colleghi della categoria maggiore. L’appuntamento che in passato fece conoscere al grande pubblico tanti giovani interessanti, da diverse stagioni è stato abbandonato per problemi economici, si tratta del Giro d’Italia dei Dilettanti. Mi piace continuare a chiamarlo cosi, non mi è mai piaciuta la formula Giro Bio, a mio avviso puro marketing di basso profilo oltretutto dannoso per il movimento stesso, utile a far confluire fondi pubblici allo scopo di raccogliere dati per una fondamentale ricerca sulla “Tutela Sanitaria del Ciclismo”, utilizzandoli per dimostrare cose conosciute e consolidate da tempo. Diamo atto a chi sposò la causa di aver fatto bene a farlo, da che mondo è mondo i soldi si vanno a prendere dove ci sono, quando sono finiti purtroppo non si è stati capaci e bravi a trovare altre strade, tutto crollò inesorabilmente e di Bio rimasero i debiti che chi assunse con passione l’impegno organizzativo si ritrova a pagare, abbandonato al proprio (Bio) destino.
Da tempo mi frulla in testa un’idea che mi piace sempre più, ritornare alla formula del Giro Dilettanti in concomitanza con il Giro dei Professionisti nelle ultime 8/10 tappe. Stesse sedi d’arrivo, modificando dove necessario la sede di partenza. Lo si faceva a fine anni 80 e nei primi anni 90, necessario un progetto capace di stimolare RCS a sposare la causa, anche nel suo stesso interesse a mio avviso. Una società organizzatrice dello spessore di RCS ha il dovere di pensare al futuro del proprio “core business”, e questo potrebbe essere un modo intelligente e costruttivo per farlo. Riproporre il Giro Dilettanti in concomitanza con il Giro dei Professionisti significherebbe dare al movimento giovanile una visibilità ed un seguito senza eguali, proporre un confronto internazionale utilissimo alla crescita dei giovani. Dal punto di vista organizzativo ci si preoccuperà di garantire sistemazione logistica alla carovana del “piccolo Giro” ed a siglare accordi economici con le specifiche sedi di partenza. Prefetture già allertate dal passaggio del Giro dei grandi, percorsi già in sicurezza, riflettori già accesi sul grande evento di cui godrebbe anche quello minore, presenza mediatica delle grandi occasioni, copertura televisiva già presente, il palinsesto verrebbe arricchito anche con l’evento dilettantistico, ed al movimento si farebbe un gran bene. Quando il Giro Dilettanti si svolgeva in concomitanza con il Giro dei Professionisti era organizzato per rappresentative regionali e rappresentative nazionali straniere, probabilmente non avrebbe più senso riproporlo in questo modo, necessario ripensare il tutto, ma la strada sono convinto potrebbe essere quella giusta.
Per dare una scossa al Paese il Governo Italiano ed il CONI hanno condiviso l’ambizioso e suggestivo progetto dei Giochi Olimpici 2024, pensate possa far paura un progetto come questo per provare a dare una scossa al movimento ciclistico Italiano? Credo di no, io intanto mi sono divertito a preparare il percorso del Virtuale Giro D’d’Italia Under (26?) 2015:

1 tappa 21 maggio Voghera-Vicenza (Monte Berico) 135 km
2 tappa 22 maggio Montecchio-Jesolo 153 km
3 tappa 23 maggio Pieve di Soligo-Valdobbiadene 16 km cronometro
4 tappa 24 maggio Trento- Madonna di Campiglio 80 km
25 maggio Riposo
5 tappa 26 maggio Edolo-Aprica 90 km
6 tappa 27 maggio Tirano-Lugano 136 km
7 tappa 28 maggio Arona-Verbania 102 km
8 tappa 29 maggio S. Vincent-Cervinia 106 km
9 tappa 30 maggio Venaria Reale-Sestriere 102 km
10 tappa 31 maggio Milano-Milano (10 giri circuito) 64 km

TOT. 10 Tappe / 984 Km / media per tappa 98,4 Km.

Silvio Martinello

Giochiamo a prevedere la nuova stagione 2015

Prima di iniziare a giocare con le previsioni ed i pronostici per la prossima stagione, desidero ringraziare tutti coloro che hanno visitato questo spazio nell’ultimo mese di dicembre, oltre 4000 contatti. Siete in tanti interessati ai temi del ciclismo, questo fa ben sperare per il futuro.

Dopo i temi “spinosi” delle ultime settimane che tanto interesse hanno suscitato, con il primo post del 2015 giochiamo a prevedere come sarà la prossima stagione ciclistica? Non so voi, ma io non vedo l’ora di ricominciare, questa sosta invernale mi sembra già troppo lunga! Poi a fine stagione andrò a rileggere le previsioni, scoprendo se e quante ne avrò indovinate, figuraccia assicurata! Se vi va fatemi conoscere anche le vostre previsioni, così il gioco diventa più interessante e stimolante.

Se si seguono le varie interviste dei tanti attesi protagonisti, cogliamo tanta voglia di fare, grande motivazione, d’altronde l’inverno è il periodo dei proclami per i ciclisti, è sempre stato così, poi già da fine gennaio si inizierà a fare sul serio, le pressioni aumenteranno e le chiacchiere lasceranno il posto ai risultati, solo quelli conteranno. Ma ora possiamo permetterci di giocare.

Capitolo Grandi Giri

Giro d’Italia: tutti i grandi e possibili protagonisti si sono dichiarati, solo uno deve ancora esprimersi, Vincenzo Nibali. Dice gli piacerebbe molto venire al Giro e ne sono fermamente convinto, ci sta certamente pensando, sta di fatto che io ci credo poco. Suggestivo ma ha tutto da perdere, quindi prevedo non ci sarà, troppo alta la posta in palio al Tour, e troppe bocche urlanti da chiudere, schierate sulla versione che il Tour 2014 lo abbia conquistato solo per le cadute che hanno tagliato fuori Froome e Contador. Al Giro d’Italia Quintana, Maglia Rosa 2014 non ci sarà, Froome nemmeno anche se inizialmente aveva fatto credere che avrebbe potuto interessargli. Dave Brailsford, il Boss Sky ha preso immediatamente in mano il telefono e gli ha fatto cambiare idea in pochi secondi. Ci sarà invece Alberto Contador che sfiderà il nostro Fabio Aru e Rigoberto Uran che proverà a migliorare la piazza d’onore conquistata nel 2014. Sfida mica male, curioso di vedere i progressi di Fabio Aru, anche se è difficile prevederlo già al livello di Alberto Contador. Classe, esperienza, carisma, il fuoriclasse Iberico ha colpi e gambe per far proprio il prossimo Giro con un percorso condizionato fin troppo dalla mega crono da Treviso a Valdobbiadene. Potrebbe esserci Wiggins, presenza di spessore ma non dovrebbe avere la capacità ne la possibilità di lottare per la vittoria finale. Se ci sarà vivrà l’esperienza in funzione del Record dell’Ora che dovrebbe tentare nel mese di Giugno.

Tour de France: che sfida amici, Nibali, Froome, Contador, Quintana e compagnia. La speranza è che tutti siano al meglio, senza intoppi tali da condizionarne il rendimento. Sfida stellare, percorso da brividi, poco tic tac e tante arrampicate, anche troppe probabilmente, spettacolo assicurato. Il bis in giallo di Vincenzo Nibali ci sta. Partirà favorito, forte della vittoria del 2014 e di un percorso congeniale alle sue caratteristiche, per le montagne, per i pochi km a crono e per la presenza del Pavè che lo pone in posizione privilegiata rispetto ai rivali, ha rinforzato la squadra, sarà all’altezza della difficile prova.

Vuelta a España: torneremo ad esserci anche noi della Rai, di per se questa è già una notizia. Capire come potrà essere la Vuelta 2015 è obiettivamente impossibile, nessuno si è ancora espresso sulla possibilità di esserci, pertanto per ora limitiamoci a Giro e Tour.

Capitolo Grandi Classiche.

Milano Sanremo: si torna con l’arrivo in Via Roma, già questo basta a farne un appuntamento che non vedo l’ora di commentare, se abbinato al fatto che opportunamente RCS ha deciso di mantenere il percorso invariato, sarà la sfida più aperta del calendario. La Milano Sanremo questo deve essere, incerta ed aperta a tanti, sperando finalmente nel bel tempo.

Classiche del Nord, Fiandre, Roubaix, Liegi: con tutto il corollario di semi classiche che contribuiscono a fare del periodo fine marzo fine aprile il momento più accattivante di tutta la stagione. Queste sfide hanno da sempre qualcosa di magico. Il continuo riferimento al ciclismo di un tempo, ai suoi eroi, ai fuoriclasse del passato che hanno saputo domare i muri del Fiandre, le pietre della Roubaix, le cote della Liegi stimolano i campioni attuali a tal punto, che anche le sfide del 2015 saranno indimenticabili. Scopriremo se Sagan saprà essere finalmente alla pari di Cancellara e Boonen, se Vanmarche riuscirà a mettersi dietro tutti gli avversari come ha dimostrato di poter fare, se Van Avermaet progredirà ulteriormente per diventare finalmente un vincente, se Gilbert sarà tornato l’impeccabile cecchino di un tempo, se Wiggins riuscirà a mettere in scacco tutti, se il nostro Trentin potrà/saprà svincolarsi dagli obblighi di squadra per essere protagonista fino al traguardo e se Pippo Pozzato potrà sperare di tornare competitivo a quelle latitudini. Alla Liegi è chiamato a cimentarsi anche Vincenzo Nibali, il migliore interprete delle grandi corse a tappe dell’epoca moderna, potrebbe rivelarsi un campione anche nelle classiche monumento, la Liegi sembra fatta per lui.

Voliamo a fine stagione per il Mondiale: presto per sbilanciarsi, ma considerato che stiamo giocando, possiamo continuare. Il Mondiale, la sfida più ricca di pathos e di suggestione, tanti i papabili come sempre, evito se me lo consentite di fare pronostici, ricordo solo che l’ultima edizione che si svolse negli Stati Uniti risale al 1986, e tutti ricordiamo come andò a finire, Moreno Argentin si laureò Campione del Mondo e Giuseppe Saronni fu medaglia di Bronzo, uno dei grandi ed indimenticabili trionfi di Alfredo Martini e della sua Squadra, la speranza è che i nostri sappiano ripetersi.

Giro di Lombardia: Sfida affascinante, l’ultima classica Monumento della stagione, se non arriverà spremuto e se non verrà dirottato verso altri lidi dal suo Team come avvenuto nel 2014, il Lombardia sarà un altro grande obiettivo di Vincenzo Nibali, quindi punto ancora una volta sul fuoriclasse Siciliano.

Che ne dite? Rileggendomi non mi sono sbilanciato poi tanto, ho detto delle cose ovvie tutto sommato, però voglio metterci la faccia, e lanciarmi su pronostici veri e propri;

Milano Sanremo:  Peter Sagan

Giro delle Fiandre: Sep Vanmarche

Parigi Roubaix: Bradley Wiggins

Liegi Bastogne Liegi: Vincenzo Nibali

Giro d’Italia: Alberto Contador

Tour de France: Vincenzo Nibali

Mondiale: Un corridore Italiano

Lombardia: Vincenzo Nibali

Io mi fermo qui, la figuraccia è già assicurata, rimango in attesa delle previsioni di chi vorrà giocare.

Buon Anno e Buona stagione 2015 a tutti, e soprattutto buon divertimento con il ciclismo.

Silvio Martinello

Una nuova politica antidoping è possibile?

Tema spinoso, me ne rendo conto, soprattutto se a trattarlo è un ex ciclista come il sottoscritto, tra l’altro attivo tra i prof dal 1986 al 2003, epoca dei “dannati”!

Lo spunto per scrivere quanto mi accingo a fare mi è venuto dal “malessere” che puntualmente mi coglie quando vedo sportivi e ciclisti in particolare, gettati sulla graticola al minimo sospetto, con addetti di ogni livello e ruolo impegnati nel lancio della pietra più pesante possibile, giornalisti che cadono dalla sedia colti da shock , tutti intenti a scaricare lo sfigato di turno come fosse infetto da un virus letale. In queste settimane la cronaca si è giustamente soffermata sulla sorprendente richiesta di pena che la Procura Antidoping del Coni ha fatto per Carolina Kostner, obiettivamente fuori misura anche se rigorosamente rispettosa dei regolamenti.  La posizione che il Presidente del Coni Malagò ha assunto mi piace, rischiosa ma non ha avuto timore di esprimere in modo esplicito il suo disappunto. Ciò che mi piace ancor di più è la posizione assunta dal Presidente della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio, Andrea Gios. Non credevo alle mie orecchie! Mi sono detto: “Vuoi vedere che c’è in giro un soggetto politico sportivo, addirittura un Presidente Federale in questo caso, deciso a metterci la faccia?” Ho pensato che probabilmente ci sarà qualcosa che non riesco a cogliere, non conoscendo le carte della vicenda, ma non importa. Ciò che emerge è la forza ed il coraggio di un dirigente sportivo di primo piano che difende il proprio patrimonio, i propri atleti, la propria disciplina, fino a prova contraria! E che non si limita a dichiararlo, ma mette a disposizione della propria atleta risorse e professionisti per tutelarne l’onorabilità, e soprattutto per tutelare l’immagine del proprio sport. Non conosco personalmente il Presidente Gios, ma questa iniziativa valutata da addetto ai lavori del ciclismo, me lo rende particolarmente simpatico. Il rischio che si è assunto non è da poco, le immancabili “indiscrezioni” che con puntualità svizzera e come da malsana abitudine italiota escono dalla Procura incaricata dell’indagine sembrano decisamente compromettenti per Carolina. Quelli che la sanno lunga hanno già sentenziato, non se la caverà!  Nonostante ciò il Presidente ha preso questa iniziativa, assumendo una posizione netta, senza se e senza ma.

Faccio da solo i paragoni tra i due sport, tra il problema specifico e circoscritto che ha deciso di affrontare il presidente della FISG e quelli enormi che hanno investito e investono il ciclismo, che certamente qualche solerte lettore solleverà, a me interessa sottolineare il concetto, il comportamento, la volontà di tutelare il proprio patrimonio, i propri atleti, fino al momento del giudizio. Diciamocelo, nel ciclismo non siamo abituati al garantismo, anzi, proprio non sappiamo cosa sia, spesso si è guardati con sospetto solo perché lo si pratica. Negli ultimi 20 anni l’hobby preferito dei dirigenti sportivi italiani, del ciclismo e non, (e penso soprattutto ai vertici del CONI), è stato quello di svuotare il movimento di ogni minima forma di tutela. Anzi quando emergeva qualche problema in altre discipline, immancabilmente c’era chi si attivava per concentrare l’attenzione su qualche “caso” ciclistico, anche datato. Ma vallo a spiegare al “popolo” assetato di sangue che si tratta di cose vecchie! L’obiettivo era ed è quello di spostare l’attenzione sul ciclismo, tanto diranno: “Quelli sono abituati a convivere con tutto questo”. Addirittura qualche carriera dirigenziale è stata pianificata o rilanciata sulla “tolleranza zero” mascherandola con “garantismo zero”.

Chi ricorda Alessandro Ballan? L’ultimo Campione del Mondo Italiano? Bene, è ancora al palo in attesa di giudizio. Una carriera stroncata, una famiglia lasciata in balia della sola propria forza di volontà, in attesa di un giudizio che non arriva. Non potremmo tranquillamente paragonare Alessandro per valore sportivo ed immagine a ciò che rappresenta Carolina Kostner per la FISG?

“Se solo fossi stato trovato positivo a quest’ora sarei già tornato a correre”, mi raccontava qualche settimana fa Alessandro, “invece così non posso pianificare la mia vita, quel che resta della mia carriera sportiva ormai compromessa, il mio futuro e quello della mia famiglia”.

Ma si caro Alessandro, cosa ti aspetti?  Sei un ciclista, devi essere preparato, non sei uno sportivo qualunque, quindi giù dritto all’inferno! Quello è il posto che ti meriti. Poi se per puro caso dovessi essere messo nelle condizioni di ritornare a correre, ti accorgerai che probabilmente ormai nessuno ti vuole, anche perché non sei più giovanissimo e ormai da diverse stagioni non gareggi. Tranquillo, ti esprimeremo il nostro dispiacere, ma per cortesia, se non ti fai vedere in giro ci fai un favore. Grazie per la gioia che ci hai regalato a Varese, quella stoccata vincente ce la ricordiamo bene, ma abbiamo già voltato pagina, siamo già in nuova epoca, ora grazie alla tolleranza zero, che ammettiamo qualche vittima innocente l’ha fatta, siamo tutti più belli e profumati.

Il dott. Gios, Presidente della FISG ci ha fatto capire che una diversa politica antidoping è possibile, anche nel ciclismo, naturalmente senza dimenticare che non siamo nella Federazione Sport del Ghiaccio, ma appunto nel ciclismo, il problema nel nostro straordinario mondo esiste eccome, e nessuno tra noi conosce ancora il costo finale che sarà comunque altissimo, ma capiamo anche che probabilmente il problema si poteva e si può affrontare provando a fare meno danni collaterali rispetto agli irrimediabili fatti finora.

     Silvio Martinello

IO TIFO PER DAVIDE E PER IL CICLISMO ITALIANO

Sui mezzi di informazione sportivi che dedicano spazio anche al ciclismo, nei giorni scorsi è stata pubblicata la notizia che all’amico Davide Cassani, neo CT della Nazionale Professionistica, è stato affidata la responsabilità del coordinamento di tutte le Squadre Nazionali, anche giovanili, e da quel che ho capito, perché dalla FCI le informazioni escono spesso lacunose o nebulose, anche dei settori crono pista e fuoristrada.

Davide mi aveva parlato qualche tempo fa di questa sua volontà, con lo scopo di far lavorare ogni settore con concetti tecnici lineari e condivisi. Espressi tutta la mia approvazione, la ritengo da sempre l’unica via da seguire affinché il ciclismo italiano ritorni ad essere competitivo a livello internazionale. Tuttavia non ho potuto esimermi dal raccontargli la mia esperienza in FCI, che fondava dal punto di vista tecnico proprio sui concetti basilari che lui sta riportando all’attenzione generale. Da lui ho imparato moltissimo come opinionista e commentatore tecnico, su questo campo specifico mi sono permesso di dargli qualche consiglio considerato che l’esperienza che sta vivendo lui fa già parte del mio bagaglio personale.  Non tutti ricorderanno, ma nel 2005 un ragazzo che aveva smesso di correre da circa 24 mesi, ricco di buoni propositi, di entusiasmo, un pizzico di competenza e poca esperienza, su preciso incarico ricevuto presentò al Consiglio Federale di allora un progetto di ristrutturazione tecnica che riguardava sia l’attività di vertice sia l’attività di base. Ci vollero mesi perché il progetto fosse approvato, ma alla fine passò integralmente. Il Progetto portava il mio nome, poi la FCI ha pensato bene di modificarne la paternità per opportuna convenienza, ma la sostanza non cambia. Per chi non lo conoscesse ed avesse voglia di leggerlo, lo trovate all’articolo precedente di questo blog https://smartinello.wordpress.com/2014/12/19/84/

Scoprendolo capirete che quanto Davide sta cercando di portare avanti, fa già parte delle direttive tecniche della FCI, da circa dieci anni, tra l’altro FCI guidata dallo stesso Presidente che quel progetto sventolò a destra e a manca e che fondi specifici ricevette dal CONI.

Come detto a Davide, io mi auguro vivamente che lui abbia più successo del sottoscritto, anzi sono certo  lo avrà, ma l’ho messo in guardia su alcune delle cause che non lo consentirono allora. Velocemente le analizzo insieme a voi, magari a qualcuno potrà interessare intavolare una discussione costruttiva.

Ho raccomandato a Davide che prima di tutto è necessaria la reale e concreta volontà politica di cambiare le cose. Quanto proponevo con il mio progetto, e quanto propone Davide con il suo, sono vere e proprie “rivoluzioni” tecniche, che vanno a sradicare metodi che per decenni sono stati anche vincenti, ora invece irrimediabilmente superati dai radicali cambiamenti che l’organizzazione sportiva ha subito negli ultimi 20 anni. A lui sembra di averlo questo appoggio politico, gli ho spiegato che anche a me sembrava di averlo, mettendolo in guardia!!!!

Altro aspetto fondamentale intervenire sulle strutture tecniche locali. Il reclutamento avviene li.  A livello territoriale i problemi però sono molteplici, ma ne esiste uno primario. Spesso ci si va a scontrare con Presidenti Regionali che vogliono mantenere il controllo totale sul movimento locale, anche sugli aspetti tecnici per mezzo dei responsabili da loro stessi nominati, e per farlo sono disposti a tutto, anche non condividere le direttive nazionali, facendo leva sulla loro autonomia. Può sembrare un problema marginale, ma si rivelerà invece insuperabile. Pressioni inizieranno ad arrivare livello politico nazionale, a cascata generando pressione affinché i tecnici nazionali “aggiustino” il tiro e facciano attenzione agli aspetti riguardanti il consenso che è necessario avere per continuare a lavorare con efficacia. Nel momento in cui si cede a questo genere di strumentalizzazioni  il sistema inizia ad imbarcare acqua ed inevitabilmente si inizia ad imboccare la via del fallimento. La tecnica che da decenni regna, è quella di creare problemi e discussioni affinché nonostante il rumore ed i proclami, tutto rimanga come prima. Nel nostro strano Paese non solo nel mondo dello sport ci si imbatte quotidianamente in questo problema. Riformare significa anche modificare radicalmente, e le riforme spesso tendono a spazzare via chi e cosa c’è stato fino ad un attimo prima. C’è un prezzo da pagare, e se si vuole riformare bisogna essere pronti a pagarlo, e politicamente tutto ciò è scomodissimo ed a volte costosissimo.

Ultimo aspetto delicatissimo,  scegliersi  collaboratori fidatissimi, che condividano gli obiettivi e le strategie, e vigilare costantemente sul loro operato. I collaboratori tecnici, da quando esiste la Federazione, sono spesso il braccio armato delle correnti politiche, e se nel frattempo in seno alla struttura cresce e si sviluppa una linea trasversale e non più allineata alle direttive ed agli obiettivi, il fallimento è praticamente assicurato.

A Davide ho detto queste cose, con molta franchezza l’ho esortato a non sottovalutare le strane logiche federali. L’entusiasmo che lo pervade è contagioso, la sua competenza e professionalità sono garanzia assoluta. Gli auguro  di avere la forza e la determinazione che ho avuto io, ma anche quell’abilità “politica” che a me è mancata, e che di fronte alle immancabili difficoltà ed alla palese mancanza di conoscenza specifica di tanti interlocutori con cui dovrà interagire, non cada nella forte tentazione di mandare tutto all’aria.
In quel caso con il profilo professionale di cui dispone troverà in un baleno progetti interessanti a cui dedicarsi, ma il nostro movimento perderà l’ennesima occasione per tentare di risollevarsi.
Non so come la pensiate voi, ma secondo me non ce lo possiamo permettere.

Silvio Martinello

Progetto sviluppo specialità del ciclismo

F E D E R A Z I O N E C I C L I S T I C A I T A L I A N A
PROGETTO PER LO
SVILUPPO DELLE
SPECIALITÀ DEL
CICLISMO
RISTRUTTURAZIONE – CENTRI
TERRITORIALI – CENTRI NAZIONALI
Avviamento – Ricerca e cura dei talenti – Alta specializzazione
PROPOSTA ELABORATA DA SILVIO MARTINELLO
PROGETTO PER LO SVILUPPO
DELLE SPECIALITA DEL CICLISMO
QUADRIENNIO 2005-2008

PREMESSA

La pista è settore del ciclismo più rappresentato nel programma olimpico, anche se ai
Giochi di Pechino 2008 dovrà cedere due specialità (Km da fermo maschile e 500 metri
femminile) a favore del BMX maschile e femminile.
Fino agli anni ’60 la pista italiana ha fatto “scuola” nel mondo, ma poi ha dovuto
subire la concorrenza crescente delle altre nazioni. Dopo una fase di ristrutturazione e
rinnovamento, è tornata competitiva nel periodo 1992-2000, ma ha perso via via slancio
nel quadriennio successivo, come dimostrano le medaglie ottenute nelle ultime tre
Olimpiadi:
ATLANTA 1996: 3 ori con Silvio Martinello, Antonella Bellutti e Andrea Collinelli
SYDNEY 2000: 1 oro con Antonella Bellutti e 1 bronzo con Silvio Martinello e Marco
Villa
ATENE 2004: zero medaglie (due soli partecipanti)
Con i risultati degli Europei 2004 e dei Mondiali 2004-2005 il quadro migliora grazie
esclusivamente al settore femminile:
EUROPEI 2004: 3 ori (Cucinotta, Soldo e Bertolo), 4 argenti (Cucinotta 2, Bertolo,
Frisoni), 3 bronzi (Frisoni, Soldo e Bertolo)
MONDIALI ASSOLUTI 2004: 2 argenti (Carrara e Frisoni)
MONDIALI JUNIORES 2004: 1 oro (Cucinotta)
MONDIALI ASSOLUTI 2005: 1 oro (Carrara) e 1 argento (Frisoni)
Proprio il settore femminile dimostra che possiamo essere competitivi quando si
riescono a motivare gli atleti, i loro tecnici e le società di appartenenza e si dispone di un
tecnico preparato e appassionato. Condizioni oggi assolutamente carenti in campo
maschile, a livello giovanile e assoluto.

Le cause più rilevanti dell’attuale declino della pista italiana sono:
1. l’assenza di velodromi coperti e, più in generale, il progressivo depauperamento
del patrimonio impiantistico;
2. la perdita di una concezione polivalente e sinergica tra i vari settori (pista, strada e
fuori strada) indispensabile per lo sviluppo globale del ciclismo e la crescita del
suo livello qualitativo, di cui la pista dovrebbe essere il fulcro;
3. la conseguente precoce specializzazione dei giovani da parte dei tecnici e delle
società verso i settori attualmente “più visibili” e “appetibili”: strada e fuori
strada.
Mentre la prima causa è sostanziale, perché la preparazione nei mesi invernali è di
estrema importanza per la pista, le altre denunciano la mancanza di una moderna cultura
del ciclismo, che va considerato nella sua complessità, come avviene nelle nazioni più
avanzate, e non per “compartimenti stagni”.
Occorre convincere il nostro movimento ciclistico che il rilancio della pista non è fine
a se stesso o alternativo a quello della strada e del fuori strada. E’, invece, funzionale alla
crescita di tutti i settori. Da qui la necessità di una precisa strategia di formazione e
informazione dei quadri tecnici e dirigenti, sorretta anche da adeguati incentivi e
gratificazioni, affinché sia radicalmente cambiato l’approccio ai giovani e il loro
avviamento all’attività ciclistica.
I fatti dimostrano che pista, strada e fuori strada non sono impermeabili e
incomunicabili. Il bacino a cui attingere è vasto. La pista è un’ottima scuola per insegnare
l’alfabeto del ciclismo. Campioni della pista ottengono grandi risultati su strada o fuori
strada, e viceversa.

Il presente progetto prevede, perciò, tre fasi:
A. Avviamento al ciclismo: apprendimento dei “fondamentali” attraverso un’attività
polivalente e ludica
B. Selezione e preparazione dei talenti
C. Alta specializzazione finalizzata ai grandi obiettivi del calendario internazionale
Specifici test e monitoraggi consentiranno di individuare le attitudini dei giovani
secondo schemi generali validi per tutti i settori del ciclismo: velocità breve, velocità
prolungata, fondo.
Fermo restando il concetto di complementarietà e interscambio tra pista, strada e
fuori strada, anche nelle specialità maggiormente compatibili oggi occorrono programmi
di preparazione e di attività mirati e concordati con gli atleti, i loro tecnici e le società di
appartenenza per puntare a traguardi di prestigio. In particolare, per la velocità su pista è
indispensabile individuare un nucleo consistente di atleti che abbiano dimostrato
particolari attitudini, da seguire, monitorare e assistere dalla fase di avviamento fino
all’alta specializzazione.
Uno degli errori più gravi di questi ultimi anni è stato quello di non aver coltivato la
collaborazione con i Corpi Militari, che possono offrire agli atleti più meritevoli la
possibilità di dedicarsi a tempo pieno al loro impegno sportivo, con la garanzia di
sostegni adeguati e la prospettiva di un futuro sereno. Il rilancio della pista deve perciò
considerare il rapporto con i Corpi Militari parte integrante del progetto finalizzato agli
atleti d’interesse nazionale.
La preparazione degli atleti d’interesse nazionale richiede:
– metodologie avanzate di allenamento;
– programmazione di un’attività personalizzata e mirata, con il coinvolgimento
dei tecnici e delle società di appartenenza;
– disponibilità di impianti, attrezzature e supporti tecnologici;
– assistenza sanitaria, economica e psicologica (controlli medici, assicurazioni,
borse di studio, agevolazioni per spostamenti, sostegni alle società e ai tecnici
personali).
L’interazione tra la Struttura Tecnica Nazionale, le Strutture Territoriali e le
società di base è il perno operativo del programma.
L’adesione e il sostegno del CONI sono l’unica possibilità di attuazione del
presente progetto, in attesa di costruire un “mercato” di riferimento per la ricerca di
risorse proprie.
Parte dalla pista un discorso di verifica da estendere ad altri settori, nel quadro
della globalità e dell’integrazione sopra esposto.
La riforma e le disposizioni previste dal presente progetto dovranno trovare la
consequenziale definizione nel nuovo Regolamento Organico ,in fase di stesura ed
in seguito in sede di ratifica.

OBIETTIVI

Dalla situazione descritta in premessa si deduce che bisogna ricostruire
completamente la pista italiana sotto l’aspetto strutturale, organizzativo, programmatico e
della mentalità, attraverso:
􀂾􀀃l’organizzazione della struttura generale, centrale e periferica, con il
coinvolgimento delle società, dei quadri dirigenziali e tecnici territoriali in
programmi e obiettivi condivisi;
􀂾􀀃la costituzione di una Commissione di Studio, con il compito di elaborare
i programmi di formazione e aggiornamento dei quadri tecnici e di figure
di sostegno organizzativo ai vari livelli;
􀂾􀀃il monitoraggio del patrimonio impiantistico
􀂾􀀃la creazione dei Centri Territoriali e dei Centri Nazionali del Ciclismo
come punti di riferimento per l’attività a cui è finalizzato il Progetto. Vale
a dire:
– proselitismo e avviamento “polivalente” dei giovani al ciclismo
– ricerca e valorizzazione dei talenti
– alta specializzazione
La Struttura Tecnica Nazionale dovrà operare in sinergia con le Strutture Tecniche
Regionali e con i tecnici delle società coinvolte nei Progetto.
STRUTTURA TECNICA NAZIONALE

DT GENERALE
COORDINATORE
Ct nazionale
strada prof.
Ct unico
endurance
strada,crono,pista
Ct unico
juniores endurance
strada,crono,pista
Ct unico
velocità uomini
Gr alto livello
Ct unico
donne junior ed
elite
strada,crono,pista
Nazionale
olimpica
endurance
,crono,pista
Gruppo atleti di
interesse
nazionale
15,16 anni
Gruppo velocità
interesse
nazionale
15,16anni
Nazionale under
23
strada, crono, pista

Coerentemente con l’impostazione data al progetto di rinnovamento, si propone un
modello di struttura che armonizzi la gestione della attività d’interesse nazionale
strada e pista, tenendo conto della compatibilità tecnica tra i due settori.
In particolare, per un serio ed efficace rilancio dell’attività su pista, appare
indispensabile prevedere un unico selezionatore per i due settori riguardo alle
specialità di “endurance”.
Di conseguenza, escludendo la nazionale strada élite (professionisti), le altre
nazionali saranno selezionate e guidate da un unico tecnico responsabile, sia nella
categoria assoluta, che nella categoria under 23 e juniores.
Il modello di struttura sopra esposto favorisce l’interscambio sinergico tra la strada
e la pista, contribuendo alla formazione di atleti più completi e competitivi in
ambedue i settori.
Per rendere operativo ed efficiente il modello proposto sono necessari 14 soggetti
qualificati

COMMISSIONE DI STUDIO
Composta da un docente di materie scientifiche applicate allo sport ciclistico, un
docente di management e comunicazione, un docente di psicologia applicata allo sport,
docente di materia regolamentare relativa all’attività su pista. Alla Commissione di Studio
saranno integrate una sezione per la ricerca tecnologica, la posizione sul mezzo,
impiantistica e materiali correlati, e una sezione del marketing. La Commissione si
avvarrà della collaborazione dell’Istituto. Scienza dello Sport del CONI, delle Facoltà di
Scienze Motorie, di Istituti di Ricerca pubblici e privati.
I suoi compiti sono:
􀂾􀀃organizzare i corsi di formazione e aggiornamento dei quadri tecnici e di fiugure
di sostegno organizzativo ai vari livelli
􀂾􀀃preparare i supporti e strumenti didattici per i corsi stessi e la divulgazione delle
conoscenze (testi, CD e DVD, filmati, etc)
􀂾􀀃realizzar e curare un’apposita rubrica nel sito internet federale dove inserire tutte
le informazioni necessarie all’attività dei Centri del Ciclismo (supporti didattici e
regolamenti, attività programmata, test di valutazione, classifiche di merito, etc)
􀂾􀀃organizzare convegni al livello territoriale e nazionale

MONITORAGGIO DEL PATRIMONIO IMPIANTISTICO

In attesa che sia disponibile al più presto almeno un impianto coperto, da costruire
entro il maggio 2006 a Montichiari, occorre prevedere un investimento straordinario per
l’attività all’estero nel periodo invernale del prossimo anno (Coppa del Mondo,
Campionati Mondiali, Meeting, etc).
Nel frattempo:
o sarà monitorato al più presto il patrimonio impiantistico esistente (con
valutazione delle opere di ripristino e messa in uso), quale punto di
riferimento delle attività programmate al livello territoriale e nazionale;
o saranno individuati, tra i 49 velodromi esistenti, i più idonei per la creazione,
al minimo, di un CENTRO TERRITORIALE DEL CICLISMO in ciascuna
regione. Saranno individuati tra i Centri Territoriali tre CENTRI
NAZIONALI DEL CICLISMO (Nord – Centro – SUD) per l’alta
specializzazione e per le squadre nazionali assolute e giovanili.

CENTRI TERRITORIALI DEL CICLISMO
Punti di riferimento per le attività di avviamento polivalenti, educative e formative
dei giovani, per i corsi di formazione e aggiornamento dei tecnici e figure di
sostegno organizzativo, per i test attitudinali, per la selezione, la preparazione e
l’assistenza dei talenti

GESTIONE E STRUTTURA
o Saranno gestiti, con la supervisione della Struttura Tecnica Nazionale, dalle
Strutture Tecniche Regionali, in collaborazione, per quantro riguarda l’attività di
avviamento, con le strutture promozionali regionali.
o Sarà nominato un Tecnico responsabile del Centro Territoriale (DS di III livello),
in collaborazione con il Comitato Regionale, secondo criteri precisi di
professionalità e competenza. Il Tecnico sarà affiancato da un diplomato ISEF o
superiore, e da un meccanico. Le spese saranno a carico del bilancio federale.
o Sarà richiesto ai comitati locali di individuare la figura del manager o del
promoter, che avrà il compito di sviluppare l’attività del Centro, ricercando
risorse straordinarie da investire nella promozione e negli avvenimenti sportivi
che si svolgeranno all’interno del Centro stesso
o La Federazione doterà i Centri del materiale tecnico e didattico necessario e
garantirà adeguato sostegno all’attività programmata.
o I Centri, per far parte del Progetto e godere dei relativi benefici, dovranno
svolgere in modo integrale il programma assegnato, partecipare alle attività
previste per i Centri, alle manifestazioni nazionali, di campionato ed altre con la
propria rappresentativa ed in tutte le categorie, con particolare riguardo alle
specialità di squadra.
o I Tecnici dei Centri e delle Società coinvolte dovranno partecipare ai corsi di
formazione e di aggiornamento ai vari livelli programmati dalla Commissione di
Studio.
o Saranno stilate speciali classifiche di rendimento dei Centri e dei Tecnici, con
relativi premi.
o Tutti gli atleti, i tecnici e il personale dei Centri saranno dotati di distintivo,
abbigliamento e materiale specifici.

ATTIVITA’ PREVISTA

AVVIAMENTO – Attività rivolta alle scuole e alle categorie giovanili, con il
coinvolgimento diretto dei tecnici e delle società disposti a curare l’attività su
pista.
I Centri Territoriali del Ciclismo saranno i punti di riferimento regionali sia per le
iniziative concordate con le Scuole e con gli Enti locali (fasi dei Giochi Sportivi Scolastici
e dei Campionati giovanili di ciclismo, etc), sia per la realizzazione dei corsi di formazione
e aggiornamento dei tecnici e di figure di sostegno organizzativo ai vari livelli.
Il programma federale per la promozione prevede:
o le società giovanili come “unità funzionali” di tutti i progetti promozionali;
o rete capillare di scuole di ciclismo sul territorio, con personale qualificato
attraverso corsi di formazione;
o calendario di attività graduata di carattere polivalente (gimcane, bmx, tipo pista,
etc.) per gli studenti stilato dalle strutture territoriali;
o organizzazione di raduni estivi in località ricreative e salubri;
o rapporti più stretti con l’Unità Territorio e Promozione dello Sport del CONI
attraverso proposte di collaborazione, da attivare a livello territoriale con i
Comitati Provinciali del CONI, nell’ambito della formazione e
dell’aggiornamento e per il recupero dei campionati studenteschi di ciclismo.
FORMAZIONE – Corsi per i quadri tecnici territoriali e sociali e figure di sostegno
organizzativo
ATTIVITÀ GIOVANILE – Corsi destinati ai tecnici territoriali e delle società, insegnanti di
educazione fisica, studenti delle facoltà di Scienze Motorie. Saranno organizzati nei
Centri Territoriali in collaborazione tra la Commissione di Studio, il Settore
Promozionale Nazionale, le strutture territoriali FCI e l’Unità Territorio e Promozione
dello Sport del CONI
PREPARAZIONE SPECIFICA E SELEZIONE – Corsi destinati ai tecnici territoriali e società
che curano le categorie allievi, juniores e under 23. Saranno organizzati nei Centri
Territoriali in collaborazione tra la Commissione di Studio, la Struttura Tecnica
Nazionale, le Strutture Tecniche Territoriali FCI e il Centro Studi del CONI
ALTA SPECIALIZZAZIONE – Corsi destinati ai tecnici nazionali, ai tecnici territoriali e delle
società con atleti inseriti nel gruppo di Giovani Talenti e di Azzurri selezionati per la
formazione delle squadre nazionali giovanili e assolute. Saranno organizzati nei Centri
Nazionali in collaborazione tra la Commissione di Studio, il Settore Tecnico Nazionale, il
Centro Studi del CONI, Facoltà di Scienze Motorie, Istituti di Ricerca pubblici e privati.

SELEZIONE TALENTI – selezione e preparazione mirata dei giovani che abbiano
dimostrato particolari attitudini
o Elaborazione di un modello nazionale per i test di valutazione in laboratorio e
sul campo, con l’ausilio del CONI o di strutture privatistiche, da effettuarsi nei
Centri Territoriali del ciclismo per le varie fasce di età (13-14 anni, 15-16
anni, 17-18 anni).
A tale scopo si propone una bozza di piano da valutare e sviluppare:
– 13-14 anni Test laboratorio generali attitudinali e test sul campo
– 15-16 anni Test laboratorio generali, per disciplina, e test sul campo
– 17-18 anni Test laboratorio generali, per disciplina, test sul campo, studio
degli aspetti tecnico tattici della specialità interessata, inserimento nazionale
di riferimento, osservazione del comportamento ( intervento psicologico ),
monitoraggio dei progressi ( tecnici nazionali ).
o Selezione di un Gruppo di Giovani sotto osservazione delle categorie allievi e
juniores che abbiano dimostrato particolari attitudini in ogni Centro Territoriale
del Ciclismo (l’obiettivo complessivo da raggiungere su scala nazionale è di 150 juniores e 50
allievi)
o Banca dati centrale, con sistema di monitoraggio periodico e valutazione dei
progressi fatti registrare dai giovani atleti inclusi nel Progetto.
o Stages periodici, convegni di natura tecnica, regolamentare, medico-scientifica, etc
o Partecipazione all’attività programmata in accordo con le strutture tecniche
regionali, gli atleti e i tecnici sociali.

CALENDARIO
􀂾􀀃Il calendario dell’attività a livello regionale sarà incentivato, supportando le realtà
locali dove il calendario di attività già esiste e stimolandone la formazione dove
non esiste, in modo da favorire il confronto tra Centri e società nelle regioni,
presupposto per far decollare l’attività a livello nazionale.
􀂾􀀃Sarà elaborato un progetto di sensibilizzazione e di informazione per le società,
che svolgono soprattutto attività giovanile, che dovrà partire immediatamente alla
fine della stagione agonistica in corso.
􀂾􀀃Per i CENTRI TERRITORIALI che entreranno nel progetto, verrà allestito un
calendario nazionale, in collaborazione con le strutture tecniche regionali, con
obbligo di partecipazione da parte dei Centri.
􀂾􀀃Il calendario nazionale sarà articolato in 19/12 prove con relativo punteggio, che
darà una Classifica finale con la quale verranno riconosciuti i meriti e gratificate le
professionalità. Il periodo di svolgimento sarà tra la seconda metà di giugno e la
prima metà di settembre, e le spese delle manifestazioni in calendario saranno a
carico della FCI.

􀂾􀀃Sarà affidata ad un gruppo o una società composta dai centri che ne vorranno
far parte (struttura tipo ANVI, finanziata in parte con fondi di provenienza
federale e in parte con risorse derivanti dalla tassa d’iscrizione e introiti da
sponsorizzazioni) la realizzazione di un calendario per le categorie superiori
(open maschile ed élite femminile) che, oltre ad offrire opportunità di
valutazione tecnica, darà impulso all’attività di tutto il movimento.
􀂾􀀃Questo gruppo o società, avrà all’interno del suo consiglio, formato dai
rappresentanti dei centri interessati, anche un rappresentante nominato dal
Consiglio federale, con il compito di vigilanza e di controllo.

CENTRI TERRITORIALI ESCLUSI DALLA FASE INIZIALE DEL
PROGETTO
􀂾􀀃Questi centri verranno classificati, dopo attento monitoraggio e con l’ausilio
dei Comitati Regionali di competenza, in due serie: A e B.
􀂾􀀃Sarà individuato un tecnico del centro (DS III LIVELLO), un diplomato isef o
laureato in Scienze Motorie, un meccanico.
􀂾􀀃I centri saranno dotati di strumenti per attività di tipo promozionale, e
parteciperanno ad un calendario di manifestazioni nazionali, con
l’assegnazione. di un punteggio che determinerà una classifica finale, con un
sistema di promozione e retrocessione per premiare i migliori.
􀂾􀀃Nella prima fase di attuazione del progetto, considerata la drammaticità del
momento, per quanto riguarda l’individuazione dei tecnici da proporre per i
centri territoriali, sarà esaminata la. possibilità di procedere con una sanatoria
dotando del necessario attestato ex atleti che mostrino particolare interesse a
lavorare in questo progetto.

CATEGORIE INTERESSATE AL PROGETTO
Le categorie interessate all’attività del centro saranno: esordienti, allievi, juniores,
donne esordienti, donne junior.
QUOTE ISCRIZIONI AI CENTRI
Il costo d’iscrizione al centro sarà di 20,00 euro per i centri territoriali che fanno
parte del progetto di ristrutturazione, di 10,00 euro per tutti gli altri, da versare per
diritti di segreteria.
Le quote saranno rimesse alla Segreteria Generale della FCI, che le restituirà ai
centri sotto forma di materiale tecnico-promozionale.
I centri, d’intesa con i rispettivi Comitati regionali, potranno fissare una quota di
frequenza mensile che non superiore ai 10,00 euro per iscritto.

PERIODI DI OPERATIVITÀ
CENTRI TERRITORIALI E CENTRI NAZIONALI : da marzo a settembre
VALUTAZIONE DI RENDIMENTO
o Al termine di ogni stagione agonistica, da una commissione composta da
esperti del settore comprendente, i responsabili delle squadre nazionali, e
rappresentanti delle strutture tecniche regionali, verrà verificato il reale
compimento del programma tecnico didattico che i centri nominati CENTRI
TERRITORIALI DEL CICLISMO dovranno obbligatoriamente svolgere, ed
o eventualmente dove ciò non fosse avvenuto, si provvederà retrocedere il
centro nella categoria inferiore, sostituendolo con il centro della categoria
inferiore che avrà meritato di più, in base ad una classifica di rendimento che
uscirà dalle prove nazionali in programma dal 2006.
o Per quanto riguarda le promozioni e le retrocessioni degli altri centri compresi
nelle altre categorie(AeB), se ne occuperà l’apposita commissione, tenendo in
considerazione i punteggi acquisiti e parametri legati alla funzionalità tecnica
ed amministrativa del centro, nonché il numero degli iscritti al centro stesso.

CLASSIFICHE DI VALORIZZAZIONE
Le classifiche di valorizzazione (distinte per ogni gruppo) si propongono quali
obiettivi finali:
1. l’assegnazione dei premi previsti per lo staff tecnico dei centri delle varie
categorie
2. la promozione o retrocessione dei centri dei gruppi A e B
Per l’assegnazione dei punteggi e dei criteri di assegnazione, si rimanda allo
svolgimento di riunioni tecniche con i responsabili delle strutture tecniche regionali.
Per il montepremi si rimanda allo svolgimento di riunioni della commissione
preposta del settore pista.
Si ipotizza un montepremi totale stagionale di euro 100.000,00

CENTRI NAZIONALI DEL CICLISMO
Punti di riferimento per la formazione delle nazionali giovanili e assolute in vista
degli impegni più importanti del calendario nazionale e internazionale
GESTIONE E STRUTTURA
o Saranno gestiti dai Responsabili Tecnici delle squadre nazionali, come sede di
stage periodici delle Nazionali e dei Giovani Talenti scelti tra i più promettenti dei
Centri Territoriali
o Si avvarranno del supporto di un manager d’alto livello per l’organizzazione e il
marketing, di un psicologo, meccanici, etc….
o La Federazione doterà i Centri del materiale tecnico e didattico necessario e
garantirà adeguato sostegno all’attività programmata.
ATTIVITA’ PREVISTA
TALENTI D’INTERESSE NAZIONALE – formazione delle nazionali giovanili e
ricambio per le nazionali assolute
o Sarà formato, scegliendo tra i giovani sotto osservazione nei Centri Territoriali,
un gruppo “aperto” di giovani atlete e di atleti d’interesse nazionale, che si unirà
agli atleti convocati per le nazionali assolute, da assistere e seguire con particolare
cura, prevedendo forme adeguate di assistenza, incentivi ai tecnici e alle società
di appartenenza, nell’ambito del programma affidato ai Centri Nazionali della
Pista
o Il gruppo dei giovani talenti d’interesse nazionale godrà di particolare
assistenza tecnica, materiale e sanitaria, nel quadro di un unico disegno basato
sulla collaborazione tra la Struttura Tecnica Centrale, le Strutture Tecniche
Territoriali e i tecnici delle società di appartenenza degli atleti stessi.
o I tecnici delle società di appartenenza degli atleti dovranno partecipare ai corsi
di formazione e di aggiornamento programmati dalla Commissione di Studio.
o Saranno previste per gli atleti Borse di studio, assistenza medica e terapeutica,
agevolazioni per i trasferimenti, particolari forme assicurative, etc.
o Saranno previsti sostegni e incentivi ai loro tecnici e alle società di
appartenenza.
o Saranno effettuati monitoraggi costanti sul rendimento dei singoli atleti del
Gruppo Giovani talenti durante il triennio, con eventuale esclusione di
elementi che non raggiungano livelli di prestazione adeguati e introduzione di
altri che abbiano manifestato un’importante crescita in un arco di tempo
prestabilito..

o Sarà definito dai tecnici nazionali un programma di attività in Italia e all’estero
finalizzato ai grandi appuntamenti (Campionati nazionali, Europei, Mondiali
Juniores, etc).
o Saranno organizzati stages periodici, mirati alla preparazione specialistica,
convegni di natura tecnica, regolamentare, medico-scientifica, etc
o Potranno essere convocati a meeting nazionali e internazionali anche alcuni
allievi inseriti nel gruppo per far maturare la loro esperienza e fidelizzarli alla
maglia azzurra.
ALTO LIVELLO – nazionali assolute in vista degli obiettivi principali del triennio.
o Nazionali assolute (Olimpiadi, Mondiali, Coppe del Mondo). Per il gruppo di
atleti P.O., in vista di Pechino 2008, sarà preparato un piano specifico “Pista
Azzurra”, a cui dovranno dare il proprio contributo anche i Gruppi Sportivi
professionisti.
o Valorizzazione della maglia azzurra (immagine, visibilità, marketing, etc)
o Al nucleo dei P.O. saranno associati in manifestazioni e raduni definiti dal
programma tecnico anche alcuni atleti del gruppo “giovani talenti”.
o Saranno recuperati i rapporti con i gruppi sportivi militari.
o Questa parte del progetto rientra nei sostegni specifici previsti dal CONI per
Preparazione Olimpica
INTEGRAZIONE PROGETTO PISTA PECHINO 2008
Facendo seguito alle indicazioni ricevute dal Consiglio Federale, in occasione
dell’approvazione delle linee guida del progetto il 9 Luglio scorso, procedo con le
proposte che riguardano l’obiettivo dei Giochi Olimpici di Pechino 2008. Ritengo
essenziale a questo riguardo, porre l’attenzione su alcuni aspetti fondamentali, che è
necessario siano ben chiari, per poter meglio comprendere e valutare le proposte che
seguiranno.
1) Sottolineare la netta differenza tra la situazione del settore femminile e del settore
maschile pista, in quanto siamo di fronte a due realtà ben diverse e che
necessitano di due strategie differenti per evidenti motivi.
2) In seguito al punto precedente, la drammatica situazione in cui versa il settore
pista maschile, che dopo anni di politica distruttiva, ne serviranno forse altrettanti
per ritornare ad averne uno che ritorni a rappresentare dignitosamente il nostro
paese.
3) Facendo riferimento sempre al settore maschile, il poco tempo a disposizione per
centrare la qualificazione alle varie specialità del programma olimpico.
Avendo ben presenti questi tre aspetti, possiamo ora cercare di capire come affrontarli
nel modo più efficace.
Considero prioritario ed urgente, che si provveda alla nomina dei nuovi responsabili dei
settori endurance e velocità, che dovranno essere scelti tenendo in considerazione il
modello di struttura approvato con questo progetto, e che si occuperanno
transitoriamente, delle sole specialità della pista.( fino al 30 settembre 2005)
Ritengo che l’unica strategia che può permettere alla nostra Federazione ed al CONI, di
tentare di presentare a Pechino 2008, il maggior numero di atleti possibili nel settore
pista maschile, sia esclusivamente quella di individuare tra i corridori professionisti, quei
soggetti che per caratteristiche atletiche e per stimoli ed ambizione personali, si ritengano
utili al raggiungimento dell’importante obiettivo. Sfruttando gli ottimi rapporti che
l’attuale Consiglio Federale, con il suo Presidente in testa, detiene con il mondo
professionistico, sarà necessario da subito aprire un tavolo di dialogo con i Gruppi
Sportivi di appartenenza dei soggetti disponibili, per far conoscere le iniziative che i
nuovi responsabili intendono mettere in campo per il raggiungimento dello scopo. I
passaggi contenuti nel progetto, che riguardano la ristrutturazione di un calendario per le
categorie Under 23 ed Elite, sarà uno stimolo importante, ma è evidente che il dialogo
con i Gruppi Sportivi Professionistici e con gli atleti stessi, dovrà puntare molto
sull’aspetto economico, andando ad individuare quelle forme di sostegno che allo stesso
tempo, sappiano stimolare l’interesse della Società e dell’atleta stesso. Rivedendo
l’esperienza vissuta dalla metà degli anni novanta fino ai Giochi del 2000, consiglierei di
ripercorrere lo stesso modello di percorso, distribuendo le risorse con criterio
meritocratico evidentemente, come atleti di alto livello sapranno ben comprendere, visto
che sono abituati ad essere retribuiti in base ai risultati ottenuti.
Questo tipo di politica potrà senza dubbio contribuire ad abbattere il muro di
indifferenza che ora esiste nei confronti dell’attività su pista, permettendo nel contempo,
di far capire agli atleti stessi, quanto siano interessanti le gratificazioni economiche che
questo settore, ad alto livello può offrire, permettendo inoltre ai responsabili tecnici, di
avere un bacino da cui attingere sufficientemente ampio, senza naturalmente tralasciare
quei segnali che dovessero arrivare dal settore non professionistico, da alcuni giovani
interessanti che attualmente appartengono alle categorie Juniores ed under 23. Invito a
non scordare uno dei punti oggetto di premessa, il poco tempo a disposizione per
raggiungere la qualificazione nelle specialità che fanno parte del programma dei Giochi,
potrebbe infatti rendersi necessario fare delle scelte per quanto riguarda le specialità su
cui lavorare, a vantaggio di alcune ed a discapito di altre, a causa delle enormi difficoltà in
cui si trova il settore. Questo è anche uno dei motivi per cui invito a procedere con la
nomina del nuovi responsabili, che dovranno lavorare da subito per preparare la coppa
del mondo 2005/2006 che partirà il mese di Novembre prossimo.
Propongo di strutturare, a sostegno delle Squadre Nazionali, un gruppo composto da;
medico, psicologo, dietologo, massofisioterapista, chinesiologo, chiropratico,preparatore
atletico e naturalmente personale tecnico, che lavoreranno a stretto contatto con i vari
gruppi delle Squadre Nazionali, e che si occuperanno di tutto ciò che dovrà riguardare la
preparazione ed il supporto medico, psicologico, metodologico e meccanico degli atleti.
Impegnarsi da subito ad individuare le aziende, possibilmente Italiane, che dimostrino
disponibilità ad entrare a far parte del progetto Pechino 2008, in quanto, soprattutto in
riferimento alla pista ed alla cronometro, la ricerca e la possibilità di avere a disposizione
del materiale di primissima qualità è propedeutico al raggiungimento di qualsiasi risultato.
Il percorso di avvicinamento ai Giochi di Pechino 2008, è breve ed allo stesso tempo
difficile, ricordo che il mese di Novembre prossimo si svolgerà la prima prova di Coppa
del Mondo, che proseguirà nei mesi di Dicembre, Gennaio e Febbraio e fungerà da
selezione per i Campionati del Mondo del 2006, poi con la stessa sequenza riprenderà la
Coppa del Mondo 2006/2007 e quindi arriveremo ai Campionati del Mondo del 2007,
dove tutti si giocheranno la qualificazione ai Giochi. Ho voluto sottolineare questa noiosa
sequenza, poiché in essa sono sintetizzate chiaramente tutte le difficoltà, che per cause
strutturali ereditate dalla passata gestione, ci troviamo di fronte, ma che con grande
impegno, umiltà ma soprattutto serietà e professionalità, andremo ad affrontare. Faccio
ironicamente, ma con grande amarezza notare, che i Giochi di Pechino 2008 erano
l’obiettivo della passata gestione tecnica(pista), viene spontaneo chiedersi come
pensassero di arrivarci, visto la situazione che abbiamo ereditato.

SETTORE FEMMINILE
Ora è opportuno affrontare la più felice situazione del settore femminile, sia endurance
che velocità. Appurato che anche per questo settore è stato recepito il concetto che
prevede di andare verso la soluzione del selezionatore unico per i settori strada e pista,
che permetterà di far cadere definitivamente quegli ostacoli “culturali” che
occasionalmente hanno impedito l’impiego di alcune atlete per le specialità della pista,
abbiamo di fronte un movimento che sotto l’aspetto qualitativo ci vede tra i migliori
paesi al mondo. Ritengo superfluo, in questa occasione, cercare di capire il motivo per cui
primeggiamo in campo femminile e non esistiamo in campo maschile, sarà materia di
analisi futura, ma questa è la situazione che ci troviamo di fronte. In campo femminile
abbiamo alcune atlete che hanno delle concrete possibilità di arricchire il medagliere
olimpico della nostra Federazione, e verso le quali abbiamo l’obbligo di avere ogni tipo di
attenzione, ed alle loro spalle ne stanno crescendo altre che contribuiscono a garantire sia
continuità che una valida alternativa ed un importante stimolo per coloro che
giustamente ora sono considerate le “titolari”. A queste nostre campionesse, sarà
necessario garantire il valido supporto anche economico, oltre naturalmente di usufruire
della collaborazione del gruppo di sostegno proposto per il settore maschile, compresa
naturalmente la possibilità di utilizzare materiali di prima qualità. Propongo di lavorare
anche sull’immagine delle nostre ragazze, coinvolgendo anche loro nella realizzazione del
calendario di prove che si allestiranno per gli uomini, consentendo, sia la possibilità di
svolgere attività che ora come ora è insufficiente, sia dar modo al grande pubblico di conoscere anche il nostro movimento femminile di alto livello.

Silvio Martinello

Movimento Italiano, come stiamo?

Diciamolo subito, abbiamo vissuto epoche migliori, ma tutto sommato dal punto di vista dei risultati non siamo messi malaccio, il Tour di Nibali ne è la prova tangibile. Proviamo a capire cosa effettivamente esiste dietro il “paravento” del grande risultato conquistato dal Siciliano. Partiamo dal vertice, ci ritroviamo con un ciclismo professionistico che toccherà nel 2015 il minimo storico, infatti solo un Team fa parte dell’elitè mondiale, la Lampre Merida, considerata Italiana ma che ha licenza Svizzera, il capitano portoghese, Rui Costa, e capitali che in gran parte vengono dall’Oriente. Da anni il riferimento del Team gestito da Giuseppe Saronni è la famiglia Galbusera, da sempre impegnata nel ciclismo, anche giovanile, verso la quale il movimento avrà sempre un debito di riconoscenza per il ruolo fondamentale che svolge. Da tempo si notavano i segnali del decadimento in ambito professionistico, ma poco o nulla è stato fatto per tentare di invertire la rotta. Varie le ragioni, crisi economica, ripercussioni negative a causa dei tanti scandali doping, mancanza di condizioni per stimolare investimenti, carenza di progetti  seri e credibili.

Se accendiamo i riflettori sul movimento giovanile, ci si accorge che la situazione non è migliore rispetto al vertice. Si continua a gestire come 30 anni fa, il mondo nel frattempo ha cambiato decisamente passo e noi siamo ancora fermi a discutere se adeguarsi o no. A parole tutti concordi sulla necessità di fare un salto di qualità che ci aiuti a valorizzare i nostri talenti, nella realtà continuiamo a dissiparne a decine.

Tra gli organizzatori non stiamo certamente meglio, manifestazioni sparite, altre che sono in procinto a breve, altre che arrancano tra mille difficoltà. Apparentemente solo il Giro d’Italia gode di buona salute e genera ricavi, che spesso servono per coprire le perdite delle altre manifestazioni gestite RCS.  Se non bastasse la crisi economica, aggiungiamoci l’inasprimento delle normative e l’aumentare dei costi ed abbiamo un quadro decisamente depresso, con un calendario professionistico e minore sempre meno ricco. E stiamo parlando solo della strada, evito opportunamente di addentrarmi  nei problemi ormai cronici in cui versano tutte le altre discipline, crono, pista, mtb, bmx, ciclocross, settori che resistono grazie all’impegno e la volontà di tecnici costretti a lavorare con pochi mezzi e tra lo scetticismo generale delle società, che causano problemi di reclutamento, e su sporadiche prestazioni spesso enfatizzate oltre il loro reale valore.

Il quadro è triste, inutile nasconderselo. Prendere consapevolezza dei problemi è il primo passo per provare a risolverli, spesso ho la sensazione che si eviti invece di riconoscerli, un po’ d’umiltà in questo frangente storico non farebbe male. Mi reputo un inguaribile ottimista, credo pertanto che il ciclismo italiano saprà risollevarsi, auspicando un veloce cambio di marcia. A livello dirigenziale è più che mai necessario il coinvolgimento di uomini e donne svincolati dalle logiche attuali che hanno di fatto ingessato l’intero movimento, impedendo il rinnovamento. Uomini e donne capaci di attuare riforme serie focalizzate al miglioramento del movimento e non continuare a tutelare gli interessi dei soliti noti. Necessario stimolare le piccole realtà locali, le società di paese, dando loro strumenti efficaci al reclutamento dei giovani, stimolare le amministrazioni pubbliche affinché realizzino spazi attrezzati per mtb e bmx, discipline accattivanti per i più giovani. Sogno un piano nazionale d’investimenti dal titolo “Un impianto polivalente in ogni provincia d’Italia”. Velodromo, pista bmx, percorso fuoristrada e spazi attrezzati. Un piano del genere farebbe un gran bene non solo al ciclismo, ma anche e soprattutto alla intera società civile. Prima si parte per un piano di rinnovamento che inizi dal basso, prima ritorneremo ad occupare il posto che ci compete nel movimento globale. Io sono ottimista.

Silvio Martinello

PISTA!CI SIAMO, ORA C’E’ CHI HA CAPITO TUTTO

I social network sono una gran bella scoperta, hanno certamente aiutato a migliorare la nostre vite, le nostre relazioni. Le nuove tecnologie servono proprio a questo! Ho però la netta sensazione che a qualcuno diano l’illusione di aver capito tutto dalla vita, e con la complicità di un certo numero di “Mi piace”, siano portati a crederci davvero.

Questa settimana desidero parlare di pista, di ciclismo su pista per la precisione, le righe precedenti potrebbero sviare, ma in seguito sarà chiaro il riferimento. La pista, disciplina importante e fondamentale, dal fascino irresistibile e dall’abbandono quasi totale alle nostre latitudini. In questo arido deserto resistono con grande dignità delle oasi che continuano ad alimentare la tenue speranza di un ritorno ai fasti di un tempo, a quegli anni in cui anche la Nazionale Azzurra partecipava alle competizioni internazionali con un gruppo formato da atleti competitivi, a cui ogni tanto riusciva di battere un colpo. Molte cose sono cambiate da allora, scovare talenti è impresa ardua, farli crescere nel “sistema tecnico Italia”, impresa quasi impossibile. Il tutto nell’indifferenza dei vertici dirigenziali di FCI e CONI, a parole sensibili, nei fatti totalmente assenti. Tecnici preparati lasciati allo sbando a confrontarsi con società sorde che denotano mancanza totale di cultura specifica, impianti spesso obsoleti, senza risorse e con scarse prospettive da offrire ai corridori. Tra le realtà organizzative che tra mille difficoltà continuano ad organizzare eventi di livello internazionale che attirano un discreto interesse, Bassano del Grappa, Pordenone, Montichiari, ne esiste una che possiamo considerare veramente eccellente, la 6 Giorni di Fiorenzuola, giunta in questo 2013 alla 16 edizione. Da anni richiama atleti di caratura internazionale, grazie alle spiccate capacità organizzative del suo soggetto di riferimento, Claudio Santi, che partendo con umiltà e passione quasi vent’anni fa, ha saputo catalizzare sull’evento di Fiorenzuola l’interesse di un intero territorio. Il Nostro negli anni si è costruito una seria reputazione tra gli organizzatori di eventi su pista, giungendo a ricoprire la vicepresidenza della UIV (Unione Internazionale Velodromi), organizzazione nata anni fa per tutelare gli interessi degli “imprenditori” che organizzano gli eventi Seigiornistici. I soci membri UIV sono da sempre poco ascoltati dai vertici dell’UCI, considerate le loro particolari esigenze rispetto alle normali organizzazioni di eventi su pista, e nonostante il loro impegno l’affascinante mondo delle 6 Giorni sta attraversando un periodo di grande difficoltà che ne sta duramente minando l’esistenza.

Il Nostro è un ottimo organizzatore, che ha vissuto delle non marginali esperienze dirigenziali, e nutre legittime ambizioni di ritornare a coprire ruoli di responsabilità ai vertici federali. La sua esperienza dirigenziale ha coinciso con l’epoca di Giancarlo Ceruti, di cui era considerato il braccio destro. Non fu un’epoca particolarmente felice, infatti il Nostro non perde occasione di defilarsi ogni qualvolta qualcuno gli ricorda il periodo di stretta collaborazione con l’allora Presidente, legittimo! Nell’ultima tornata elettorale il Nostro era tra i candidati alla Presidenza, non ha ottenuto per la verità un ampio consenso, ma sappiamo quanto siano facilmente “influenzabili” i “Grandi Elettori” che partecipano all’Assemblea Generale Elettiva, attenti ed intenti fino all’ultimo momento a scegliere il “candidato migliore” tra quelli in gioco.

Vengo all’attualità dei nostri giorni, riporto di seguito quanto il Nostro ha postato sul suo profilo Facebook il 3 agosto scorso, probabilmente con la ragione annebbiata dalle feste successive all’ennesimo importante successo ottenuto con la 6 Giorni di Fiorenzuola:

“A Fiorenzuola l’Oceania ha dominato negli uomini e nelle donne, lasciando le briciole a 31 nazioni (29 escludendo loro) e 200 atleti (3 campioni olimpici, 8 campioni del mondo in carica). I tanto proclamati bei tempi della pista avevano pochi corridori e poche nazioni. Dal 2000 il mondo è cambiato, il ciclismo su pista cambiatissimo, in molte nazioni conta più della strada per le superiori medaglie olimpiche. E ora, ancor di più perchè finalmente usciti da vergognoso nonnismo e da accordi e trucchi ignobili dei colonnelli. Quindi, complimenti ai tecnici nazionali e a ragazze e ragazzi Italiani che con questa concorrenza eccezionale si sono battuti come leonesse e leoni, vincendo e piazzandosi in diverse gare. Ma …. quando lo capiranno i nostalgici, incompetenti, giornalisti o giornalai nazionali Italiani? Sarà sempre molto molto tardi per correggere tutte le fesserie che dicono da tempo. Esaltano orticelli, non conoscendo i campi di gioco mondiali. Comunque li aspettiamo e accoglieremo a braccia aperte, con affetto verso chi capirà di non essere la verità ma di aver scritto molto poco e molto male, con incompetenza totale. Vi aspettiamo amici, alla prossima”.

Ho seguito il nostro anche nella sua campagna elettorale, vissuta soprattutto su Facebook e qualche altro raro incontro in giro per l’Italia, ed ora per informarmi su quanto avveniva durante la 6 Giorni, notando il medesimo stile. Il Nostro si prodiga puntualmente nell’enfatizzare quanto di buono fatto come dirigente (a suo personale parere naturalmente) e quanto di buono come organizzatore di Fiorenzuola (tantissimo a mio modesto parere), scivolando in una forma di populismo di basso profilo e demagogia difficilmente riscontrabile, ed il post sottolineato in precedenza a mio avviso lo testimonia. Premetto che non nutro una gran simpatia per il Nostro, ampiamente ricambiata ritengo dallo stesso, ma da un uomo di sport, con propositi che spesso mi sento di condividere, mi attenderei un uso diverso dei grandi risultati ottenuti come organizzatore.

Tornando al commento postato dal Nostro, se la prende con tutti, i media soprattutto, che hanno il torto di non aver dato il risalto meritato all’evento. Nessuno che spieghi al Nostro che un bravo organizzatore si nota anche da questi dettagli, infatti saper cucire efficaci relazioni invece di citare genericamente “giornalai incompetenti” aiuterebbe molto di più, ma evidentemente il Nostro è convinto di aver raggiunto uno spessore ed una sicurezza tali da giustificare questi atteggiamenti sopra le righe. I giornalai incompetenti sono rinfrancati dal fatto che il Nostro li attende comunque a braccia aperte al Velodromo nelle prossime occasioni, nonostante la loro ignoranza ed incompetenza. Accorreranno in massa, felici di essere istruiti a dovere. Particolarmente suggestivo anche il passaggio sui colonnelli, fantastico! Soggetti poco raccomandabili, colpevoli di ignobili gesti di nonnismo e giochetti sottobanco, nomi da cancellare che male incurabile hanno arrecato al movimento della pista. Penoso! Mi sento in questo caso chiamato direttamente in causa, io che per diversi anni, quando ero Campione Olimpico e del Mondo, sono stato il colonnello dei colonnelli sono sorpreso! Chissà se il Nostro sa davvero di che sta parlando, nonostante millanti ampia competenza nel merito specifico! Chissà se aspetta anche gli ex colonnelli a braccia aperte al Velodromo, magari una rimpatriata la faremo volentieri, Fiorenzuola è rimasta nel cuore di tutti noi, colonnelli, caporali e soldati semplici. Cittadina magnifica, pubblico appassionato e competente, ambiente stimolante e accattivante. Non manca veramente nulla a Fiorenzuola, a parte un pizzico di umiltà da parte dell’uomo di riferimento dell’organizzazione, che non guasterebbe, nell’interesse dell’importante manifestazione che organizza.
Distinto Claudio Santi, anche i giornalai incompetenti e gli ex colonnelli sanno riconoscere chi merita rispetto da chi se lo deve ancora guadagnare. Non sono sufficienti per ottenerlo i brillanti risultati acquisiti come organizzatore, ci vuole quella semplice cosa che si chiama buona educazione, che insieme alle buone maniere, dividono le persone in soggetti meritevoli dai soggetti non meritevoli, anche di rispetto.

SALVIAMO IL CICLISMO! AL ROGO I DANNATI

Sono trascorsi ormai diversi giorni dalla divulgazione della pruriginosa lista dei dannati dei Tour de France del 1998 e 1999, ed accuso ancora un fastidioso sentimento d’indignazione che stenta ad andarsene. Affronto senza reticenze l’argomento, considerato che ad entrambe quelle edizioni del Tour ho partecipato. Nel 1998 non ripartii alla sesta tappa essendo caduto nello sprint della quinta fratturandomi il bacino. Quei cinque giorni e la lunga vigilia a Dublino da cui il Tour partì, mi furono comunque sufficienti per percepire l’aria pesante che avrebbe accompagnato la corsa fino alla conclusione. Il Tour del 1999 lo portai a termine, diversi piazzamenti tra cui il 3° posto nello sprint finale di Parigi alle spalle di Mc Ewen e Zabel, che coincise con la mia ultima apparizione alla grande ed affascinante corsa Francese.

Con strisciante ed insopportabile ipocrisia si sta tentando di far passare il concetto che il ciclismo si salverà se facciamo sparire dalla circolazione i Dannati degli anni ‘90, coloro che con comportamenti deplorevoli hanno rovinato l’immagine dello sport più bello del mondo. Privi di senso della misura quando gareggiavano imbottiti di farmaci d’ogni genere, ed ora con i cervelli irrimediabilmente bruciati da anni di pratiche dopanti. Commentatori ed “attentissimi” osservatori d’accordo ed allineati con gli illuminati dirigenti; “Il ciclismo ora è più pulito, più credibile, più vendibile, non come negli anni novanta (salvo poi tentare di instillare il dubbio ogni qualvolta un corridore vince!). Ne siamo certi, un’epoca come quella non potrà più tornare, ora abbiamo messo a punto i sistemi per tutelarci, abbiamo sviluppato efficaci anticorpi per difenderci da una nuova eventuale orda di delinquenti malintenzionati.”

NO! Io non ci sto. Non mi nascondo, non sparisco, non mi faccio da parte, non andrò in esilio. Non c’è nulla di cui mi/ci si debba vergognare, sono/siamo stati protagonisti, personalmente con orgoglio, di un epoca. Della nostra epoca! Abbiamo gareggiato, rincorso ognuno il proprio sogno contrapponendoci, litigando, gioendo ed imprecando, abbiamo divertito, appassionato e diviso gli sportivi, confrontandoci con le regole di allora, che non dettammo noi. Chi le infranse pagò, come accade per chi le infrange ora. Dettaglio non secondario! Le regole le dettarono gli stessi che le dettano ora, ma questa anomalia sembra non interessi a nessuno degli stessi “attentissimi” osservatori! Un tempo il cliché del bravo dirigente prevedeva la conquista di risultati sportivi, medaglie, titoli, allori.

Ora prevede di cogliere il maggior numero di soggetti positivi, meglio ancora se con un nome importante, andando ove possibile anche a ritroso nel tempo, come avvenuto con questa “fondamentale e imperdibile” inchiesta della rivoluzionaria commissione senatoriale Francese.

C’è qualcosa che non torna! In qualsiasi altro ambito si sarebbe già intervenuti con ogni mezzo per rimediare a lustri di incapacità manageriale, ma non qui, si preferisce fare opportunamente in altro modo, si tira lo sciacquone e voilà, spariscono i Dannati! Allontanati, derisi, evitati, cancellati!  

Tanto ci sono i ricambi da sfruttare, da spremere, da osannare, da illudere e poi quando arriverà il momento, da buttare. Ne arrivano continuamente di nuovi! Freschi, motivati! Il Tour, il Giro, il Mondiale, le Classiche, ce ne sono a sufficienza di sogni stimolanti per le decine di giovani che si affacciano al professionismo ad ogni nuova stagione, poco importa se spesso provengono da ambienti gestiti da soggetti che ne hanno già inquinato irrimediabilmente la mente, tanto nel ciclismo dei grandi li beccheremo, e li esporremo come trofei da dare in pasto alla folla ed alla stampa assetata di storie strappalacrime, che con dovizia di particolari si prodigherà a descriverne le potenzialità gettate al vento, le opportunità perdute, a volte costretta dai fatti di cronaca a commentare di esistenze tragicamente spezzate. Nulla fa più audience di queste storie e della retorica con cui vengono condite.

La categoria purtroppo non è mai stata compatta, ne ai miei tempi ne ora, troppo vulnerabile. I contratti coincidono con importanti interessi economici, non è facile andare contro gli “schemi” del sistema, che con l’anello debole del meccanismo ci gioca a piacimento. Ma se un giorno arrivasse una nuova classe dirigente che capisse quanto necessario ed opportuno sia rimettere al centro del meccanismo i corridori? Potremmo solo allora auspicare una vera rinascita ed una nuova e florida stagione. Utopistico? Può darsi, ma quando si tocca il fondo, in qualsiasi contesto, e nel ciclismo ormai ci siamo, non resta che resettare completamente il sistema. A quel punto scenari che ora possono sembrare improbabili, potrebbero trovare terreno fertile per crescere e svilupparsi. Il patrimonio più importante del movimento ciclistico è rappresentato dai corridori e dal vastissimo pubblico di appassionati, usare i primi per tradire la passione dei secondi non potrà che portare inevitabilmente all’implosione del meccanismo.

 

S.M.

Saluto e presentazione

Ciao a tutti,

Oggi 3 agosto 2013 inauguro questo spazio personale, con lo scopo di stimolare discussioni costruttive sui problemi del movimento ciclistico. Chiunque volesse partecipare è invitato a farlo, così come chiunque volesse proporre argomenti o fosse a conoscenza di situazioni che meritano di essere conosciute, affrontate e discusse. Gli argomenti che chiedo di trattare sono molteplici, ma tutti dovranno avere il denominatore comune di essere inerenti al ciclismo ed alle sue tante varianti. Gare di tutti i livelli e categorie, politica sportiva, doping ed antidoping, ecc. ecc. Mi propongo di stimolare soprattutto i corridori, sia in attività che ex, ancora attivi nell’ambiente o che non lo sono più, in modo da risvegliare e stimolare il loro coinvolgimento nelle discussioni e nelle proposte. Una certa stanchezza nel vedere come vanno le cose io inizio ad accusarla, e mi disturba molto, vediamo in quanti siamo e soprattutto se abbiamo idee migliori da proporre, chissà che ne esca qualcosa di interessante. A presto

Nei prossimi giorni inizierò a postare le prime idee.

Buon fine settimana.

 

Silvio Martinello